ALFABETO DI UN’ANIMA

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Roma, 19 marzo 2014


Presentazione del volume di Claudio Mazza

della Libreria Editrice Vatican 

Madre Nazarena Majone un Esempio per l’Oggi

 

“MONS. POMPILI (CEI), “FIGURA DI DONNA DI CUI OGGI ABBIAMO BISOGNO”

La parabola di un Sud povero che agli inizi del Novecento apre le braccia ad un Sud ancora più povero: una storia che con gli egoismi di oggi, i leghismi, la voglia di separarsi dice che nella Chiesa chi è povero accoglie chi è più povero”, una storia di “grande attualità”. A definire in questi termini il volume “Alfabeto di un’anima. Madre Nazarena Majone un esempio per l’oggi” di Claudio Mazza (Lev), è Domenico Delle Foglie, direttore Sir e presidente Copercom, inaugurando oggi a Roma l’incontro di presentazione del libro dedicato alla cofondatrice, con padre Annibale di Francia, della Congregazione delle Figlie del Divino zelo. Per monsignor Domenico Pompili, sottosegretario Cei e direttore Ufficio comunicazioni sociali, madre Majone “una donna che ha svegliato la società del suo tempo, 70 anni tra la metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, sonnacchioso per la Chiesa e la società” e che “dice tre cose”. Madre Majone “è forse la figura di adulto, di donna che oggi manca e di cui abbiamo estremo bisogno. Anzitutto il suo stare dalla parte dei poveri, non solo facendo assistenza ma creando anche una piccola impresa. Il Vangelo ha sempre ricadute di carattere sociale, come ripete Papa Francesco. Questo essere dal basso della religiosa è quello della chiesa di promuovere un diverso modo di stare insieme”.

 

Monsignor Pompili si è quindi soffermato sul voler vivere della religiosa “come figlia del divino volere’” che, ha precisato, “non è un perdersi da New age nel trascendente, ma dice la fede come un perdersi nell’incontro con Dio”: una fede “estremamente moderna, né troppo cerebrale e incapace di parlare ai sentimenti, né disincarnata”. Il sottosegretario Cei ha inoltre messo in rilievo la maniera di madre Majone di “essere donna, con una femminilità sottesa ad ogni suo gesto e parola”. Una compiuta percezione della propria femminilità “non ripiegata su di sé ma aperta agli altri e che ci dà l’idea della sua generatività, cosa che oggi manca a noi adulti”. Per mons. Pompili “siamo diventati poco o per nulla generativi, in particolare quelli nati tra il 1946 e il 1964”. E questo a causa di “un certo mito del giovanilismo che impedisce il gesto educativo fondamentale che consiste nel dare al mondo dei figli e dare ai figli il mondo”. “Desiderare (Dio), mettere al mondo, prendersi cura, lasciar andare”: questi i quattro verbi chiave che sintetizzano “la vera libertà”, caratteristica della figura della religiosa.

 

 

MONS. SCOTTI (LEV), “LA STORIA DELLA CHIESA È FATTA DALLE DONNE”

 “La storia della Chiesa è fatta dalle donne”, ha affermato oggi monsignor Giuseppe Scotti, presidente Lev e segretario aggiunto del Pontificio Consiglio comunicazioni sociali, rievocando le figure di Maria nel Cenacolo, di Caterina da Siena che chiedeva al Papa di ritornare a Roma, e di madre Nazarena Majone. Mons. Scotti è intervenuto alla presentazione a Roma del volume “Alfabeto di un’anima. Madre Nazarena Majone un esempio per l’oggi” di Claudio Mazza (Lev). “L’idea del libro”, ha spiegato, nasce dal rendersi conto che oggi “pensiamo alle suore come a persone che fanno scuola, vanno in ospedale, svolgono attività assistenziali, sono prestatori di servizi”. Una suora è invece “una donna innamorata che ha trovato in Dio il cuore della sua vita”. Made Majone è “una donna innamorata, piena e realizzata, che ha il cuore pieno, vede l’invisibile e ce lo fa vedere”. Alla Chiesa “questa donna dice Dio è amore e Papa Francesco attira e colpisce perché parla proprio di questo”. L’incontro è stato intervallato dalla lettura di alcuni scritti della religiosa da parte di Fabio Bolzetta, giornalista e conduttore Tv2000.

 

SUOR ROSA GRAZIANO (POSTULATRICE), “FELICE DI ESSERE DONNA”

 “Studiandola, pregandola, ma soprattutto tentando di amare Cristo come lo ha amato lei, ho riscoperto la mia identità, felice di essere donna; la sua femminilità mi ha dato molto. Ho capito che attorno a me devo sempre generare vita”. Questa la toccante testimonianza di suor Rosa Graziano, postulatrice della causa di beatificazione di madre Nazarena Majone cui è dedicato il volume “Alfabeto di un’anima. Madre Nazarena Majone un esempio per l’oggi” di Claudio Mazza (Lev), presentato oggi a Roma. “Lei è stata una donna di speranza”, ha detto suor Graziano intervenendo all’anteprima editoriale, e “ha fatto del silenzio un atto contemplativo, con la capacità di saper aspettare i tempi di Dio”. Di qui la lezione sull’importanza di “essere sempre disponibile come un pane buono ad ogni ora del giorno, senza possedere nessuno e senza farsi possedere da nessuno”. Le “periferie esistenziali o fisiche” e la “carne dei poveri” di cui parla oggi Papa Francesco sono state parole chiave, vissute pienamente da padre Francia e da madre Majone, ha osservato l’autore del volume. Entrambi, ha concluso, “hanno una teologia cristocentrica ante litteram”.

 

 

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